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'Adesso tocca a me' - brano contro la violenza sulle donne

  • martedì 20 novembre 2018

 Oggi è un giorno importante per me.
E’ il 20 novembre ed è il compleanno di mio padre. Oggi compie 74 anni ma da quando ne ho coscienza, mio padre ha un’età indefinita; piuttosto so che esiste. Esiste nella mia vita, nei miei pensieri, nelle mie azioni, su alcune mie espressioni, in alcuni modi di fare e ne amo anche i difetti che mi ha trasmesso geneticamente. Abbiamo una cosa in comune che ci avvicina più delle altre: la capacità di dire con le parole quello che viviamo, senza avere paura che i nostri sentimenti siano troppo forti e che possano farci crollare, senza avere timore della reazione di chi ci ascolta. Le nostre parole sono l’espressione dei nostri pensieri e a volte ti squarciano il cuore.
Proprio oggi, che è il suo compleanno, un giorno che ogni anno imparo a celebrare sempre di più, esce una mia canzone che potete vedere e sentire qui: https://youtu.be/pY4QWpLP0BI

“Adesso tocca a me”

E’ un titolo che fa pensare a tante cose ma dopo aver ascoltato il brano, il messaggio sarà inequivocabile. E’ da tempo ormai che il mio percorso artistico mi sta conducendo su una strada di consapevolezza delle mie capacità, del mio corpo e sempre più la mia identità si sta definendo attraverso la conoscenza di me stessa e della mia femminilità, perchè non possiamo prescindere dal corpo in cui viviamo. Ero in treno quando appresi la notizia di una ragazza che nella stessa sera fu violentata sessualmente per due volte a distanza di poche ore una dall’altra, e che il secondo ragazzo (di una così detta Napoli bene) dichiarò di aver detto “adesso tocca a me, adesso è il mio turno”. E’ notizia degli ultimi giorni la sentenza dello stupro di Denise, una ragazza che è stata ammazzata a San Lorenzo (quartiere di Roma). Il processo ha fatto cadere le accuse di omicidio perchè lo strupro di gruppo non è stato ammesso visto che gli stupratori hanno aspettato il loro turno e…… e cosa?
Ma di che cosa stiamo parlando? La mia testa smette di vivere il momento e si cala profondamente in uno stato d’animo di lotta emotiva tra la realtà dei fatti e la distanza del mondo in cui vorrei vivere e le paole escono dalla mia testa più velocemente di quanto riesca a scrivere.
E’ un fiume di emozioni in piena che mi scaraventa da una parte all’altra di me stessa e così nasce questa canzone. In treno, in due ore, perfezionata poi a casa, con Stefano e messa lì, nel cassetto. Poi nel mondo qualcuno dice che siccome indossi un perizoma, ti sei cercata lo stupro e il mio stimato amico giornalista musicale Michele Monina mi chiama per dire che il 20 novembre ci sarà una giornata celebrativa in occasione del suo Festivalino di Anatomia Femminile, che dà voce al cantautorato femminile initaliano, completamente ignorato dalla discografia italiana———e si allinea tutto nella mia testa. Il giorno in cui mio padre compie gli anni, l’uomo che mi ha insegnato ad essere una donna, che non ha mai rinnegato o limitato la mia libertà in cambio della sua serenità di padre del sud; colui che mi ha messo in guardia dal mondo maschile senza pretendere che mi nascondessi da quel mondo ma che lo affrontassi a testa alta, colui dal quale ho ereditato la capacità di fare male e bene con le parole, proprio oggi esce “Adesso tocca a me”, perchè qualcuno lo deve pure dire; perchè il non detto non esiste, perchè l’essere umano si manifesta attraverso la parola e perchè le azioni che ci definiscono come società civile in questo momento storico mi fanno schifo e mi fanno paura, perchè non vedo il futuro , perchè non saprei cosa insegnare ad una figlia, perchè ci mette uno contro gli altri, maschi contro femmine, e non lo posso accettare.

E allora scrivo le canzoni, perchè la mia sensibilità empatica si manifesta in questo modo, perchè mi sento utile socialmente se lo faccio, perchè è il mio calmante per non diventare pazza in questo mondo, perchè se la mia realtà è bella, non posso pensare che lo sia per tutti in egual modo. Un giorno potrei soffrire anche io per una cosa che accade oggi a qualcun’altro e non voglio sentirmi sola nel mondo. Siamo tanti per qualche ragione, no? Non saremo mica 7 miliardi per sentirci soli e abbandonati?
Io sono un fiume in piena anche adesso, e non so se tutti avrete la pazienza di leggere tutte queste parole. Forse per questo scrivo canzoni. 3 minuti sono un concentrato di emozioni e magari così compresse arrivano a più persone. Io sono una donna, sono una cantautrice e non c’è niente di diverso da quello che ho fatto, che avrei potuto fare. Ho voluto celebrare il festivalino di Michele Monina in questo modo: parlare di donne, parlare dal punto di vista di una donna, perchè il mondo può essere migliore ma ce lo dobbiamo dire come vogliamo che sia.
Ad ogni pensiero succede un’azione.
Questo è il mio pensiero
Questa è la mia azione
Questa sono io!
Dalise

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